Abbiamo già parlato del licenziamento lampo che presto "fulminerà"
i c.d. furbetti del cartellino,
secondo quanto previsto da uno dei decreti attuativi della c.d. Riforma Madia che a breve entrerà in
vigore.
Detto decreto dispone che il
lavoratore scoperto a "strisciare" il badge per poi allontanarsi dal
posto di lavoro e tornare "ai suoi comodi" sarà sospeso entro 48 ore dalla commissione del fatto, sarà immediatamente sottoposto a procedimento disciplinare
e verrà licenziato entro 30 giorni.
Come noto, la riforma in parola si
pone – tra gli altri – l’obiettivo di acuire la severità nei confronti dei dipendenti
pubblici "fannulloni" e di valorizzare il riconoscimento per chi
invece ogni giorno compie il proprio dovere con diligenza e rispetto.
In questa prospettiva, sono state riscritte
– oltre a quella appena descritta - altre situazioni "a rischio" e
tali da far scattare il licenziamento disciplinare per i dipendenti pubblici.
Vediamo quali:
1) assenza non giustificata per più di 3 giorni nel biennio o per più di 7 giorni in 10
anni;
2) rifiuto ingiustificato del
trasferimento, quando questo sia motivato da
esigenze di servizio;
3) presentazione di falsi documenti o dichiarazioni mendaci
al fine di ottenere il posto o la promozione;
4) condanna penale definitiva per la quale è prevista l'interdizione dai pubblici uffici;
5) reiterata valutazione negativa della performance del dipendente nell'ultimo triennio;
6) ripetuti comportamenti aggressivi o
molesti nell'ambiente di lavoro;
7) grave o reiterata violazione del codice di comportamento;
8) scarso rendimento del dipendente che per lo stesso motivo abbia ricevuto una sanzione
nei due anni precedenti.
Al riguardo, preme evidenziare che
con la riforma si pretenderà maggiore trasparenza e correttezza anche dai dirigenti delle strutture pubbliche e
non saranno più tollerati i loro eventuali
atteggiamenti “omertosi” o di "connivenza". Anche i dirigenti, infatti, rischieranno il
licenziamento qualora omettano (con dolo o colpa grave) di segnalare ed avviare
un’azione disciplinare in uno dei casi sopra elencati.
Qualora si verifichi una delle
suddette ipotesi la procedura per l’accertamento dell’abuso sarà più rapida di
quella attuale. Il decreto, infatti, prevede che il procedimento disciplinare debba concludersi entro 3 mesi, invece dei 4 oggi
previsti e nel caso in cui l’illecito risulti dimostrato non ci sarà cavillo
giuridico che tenga: seguirà immancabilmente il licenziamento.
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