I
dipendenti pubblici che "strisciano" il badge e poi escono saranno
sospesi entro 48 ore e licenziati entro 30 giorni.
Proprio
ieri (17 febbraio 2017) il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto
legislativo sul licenziamento lampo dei
c.d. "furbetti del cartellino".
Si
tratta di uno dei decreti attuativi della c.d. Riforma Madia, che si pone l’obiettivo (si spera!) di acuire la
severità nei confronti dei c.d. "fannulloni" della P.A. e di
valorizzare il riconoscimento per chi invece "lavora bene".
Detto
decreto prevede che i dipendenti pubblici che timbrano il cartellino e poi si
allontanano dal posto di lavoro dovranno essere sospesi entro 48 ore dalla commissione del fatto.
Dopodiché
avrà inizio il procedimento disciplinare
che dovrà concludersi entro 30 giorni
dalla sospensione: nel caso in cui l’illecito risulti provato seguirà
immancabilmente il licenziamento.
Si
tratta di un procedimento molto accelerato. Come evidenziato, infatti, l’iter
per accertare l’abuso non potrà essere lungo come quello attuale che può durare
sino a 120 giorni, ma dovrà concludersi entro un mese.
"Non
c’è scampo", quindi, per chi venga colto in flagrante con telecamere o
altri strumenti che registrino l’accesso sul posto di lavoro ed il successivo
allontanamento: chi falsifica la propria
presenza in ufficio verrà immediatamente sospeso e poi licenziato.
Si
badi bene, la sospensione non riguarda solo l’incarico, ma anche la retribuzione.
Ed
infatti, in tali ipotesi – fatto salvo il diritto all’eventuale assegno alimentare – al lavoratore "sleale" verrà
immediatamente negato lo stipendio.
La
sospensione (dall’incarico e dalla retribuzione) deve essere disposta dal responsabile della struttura ove il dipendente
"disonesto" presti la propria attività lavorativa, senza che sia nemmeno
necessario previamente sentire cosa il lavoratore abbia da dire "a sua
discolpa". Non c’è, infatti, alcun
obbligo di preventiva audizione dell’interessato.
A
tal proposito si evidenzia che, secondo quanto dispone il decreto "anti-furbetti",
se il dirigente omette di denunciare l’abuso entro le 48 ore dal momento in cui
viene a conoscenza del fatto incorrerà in pesanti
sanzioni, rischiando addirittura il licenziamento.
Orbene, se si considera che ad oggi il dirigente "omertoso" non
rischia quasi nulla se non al massimo una sospensione,
evidenti risultano le finalità della riforma.
Ed invero, sarebbe anche ora di sfatare il mito del posto fisso, quale "poltrona" comoda e foriera esclusivamente
di "nullafacenza", dando al contempo merito a chi , al contrario, ogni giorno fa il
proprio dovere con diligenza e rispetto.
Nessun commento:
Posta un commento