venerdì 30 novembre 2018

AZIONE PER I PRECARI DELLA SCUOLA


Il MIUR ha assunto per molti anni personale precario per lo svolgimento di mansioni identiche a quelle di colleghi assunti a tempo indeterminato, assoggettandolo alla reiterazione di plurimi contratti a tempo determinato per un limite spesso superiore alle 36 mensilità. Ciò, a dispetto di quanto statuito dalla normativa europea che prevede la stabilizzazione del dipendente ove il contratto a tempo determinato superi il suddetto termine. 


Invero, forse non tutti sanno che il contratto di lavoro a tempo determinato nasce dalla volontà del legislatore di sopperire ad esigenze produttive ed organizzative temporanee e costituisce un’eccezione alla regola (che è quella – per l’appunto – dell’assunzione con contratto di lavoro a tempo indeterminato). Per questo motivo, la stipula di contratti a termine deve essere soggetta a dei limiti, superati i quali si determina un abuso che, in quanto tale, deve essere sanzionato.

Detta situazione di illegittimità non è sfuggita alla Corte di Cassazione che (pronunciandosi anche a Sezioni Unite) ha stabilito che il pubblico dipendente cui sia stato rinnovato per oltre 36 mesi il contratto a tempo determinato ha diritto al risarcimento del danno. Infatti, una ulteriore conseguenza, data dalla illegittima reiterazione dei contratti, è il danno che si concretizza in capo a ciascun dipendente, danno che deriva dalla circostanza che in questi casi il dipendente, vincolato dalle continue proroghe, resta "prigioniero" del suo stesso contratto a termine, finendo con l’essere "condannato" a vivere una situazione di eterna precarietà, alla quale non sarebbe assoggettato laddove, ad esempio, alla normale conclusione del rapporto di lavoro potrebbe cercare impiego altrove.



Per la tutela dei diritti del dipendente precario è necessario proporre un apposito ricorso presso il Giudice del Lavoro territorialmente competente.

PERCHE’ ADERIRE AL RICORSO?

Il ricorso mira ad ottenere ristoro per i danni subiti a causa della reiterata ed illegittima apposizione del termine contrattuale, unitamente al riconoscimento delle differenze retributive e contributive maturate, nonché alla ricostruzione della carriera e dell’anzianità di servizio.

Il ricorso è individuale (non collettivo), di modo che la situazione di ognuno sia presa nella dovuta considerazione. Per ciascun ricorrente lo studio, attraverso la collaborazione di un consulente del lavoro, provvede alla redazione di conteggi personalizzati circa l’ammontare del credito maturato dal lavoratore.

COSTI

Il ricorso individuale ha costi variabili da 600,00 ad 800,00 euro.

Gli interessati possono scrivere a info@samperisizarrelli-legal.eu e riceveranno tutte le istruzioni dettagliate di adesione.  


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