Il
vincitore di un concorso pubblico che sia stato assunto tardivamente ha diritto
ad un risarcimento del danno pari alle somme che avrebbe percepito se fosse stato assunto
tempestivamente.
Chi vince un concorso pubblico deve necessariamente
essere assunto.
Il vincitore di un concorso, infatti, vanta un diritto
all’assunzione, al quale corrisponde - in capo al’Amministrazione - un vero e proprio
obbligo di assumerlo.
Oltre che
obbligatoria, l’assunzione del vincitore deve essere anche tempestiva.
Ed infatti, chi vince
un concorso pubblico non solo deve essere assunto, ma deve anche essere assunto
entro un termine ragionevole.
Quanto detto potrebbe
sembrare un’ovvietà, ma si tratta di un problema molto diffuso: non sono pochi
i casi in cui i vincitori attendono molti anni prima di ottenere "il
posto" che gli spetterebbe di diritto (si pensi - per fare un esempio eclatante - al c.d. Concorsone di Roma Capitale) o,
addirittura, non vengono mai assunti.
L’assunzione, invece,
dovrebbe sempre avvenire entro termini
ragionevoli e previamente determinati in base alle stesse procedure
concorsuali.
Se l’Amministrazione
non rispetta la predetta tempistica si produce, in capo al vincitore del
concorso, un evidente danno. Danno che prende il nome di danno da ritardo nell’assunzione e che, in quanto tale, deve essere
risarcito.
In altri termini, il
vincitore di un concorso pubblico che non ottenga tempestivamente il posto
dall’amministrazione, ha la facoltà di essere risarcito del danno per aver
aspettato lungamente o, addirittura, inutilmente.
Il risarcimento del
danno, in questi casi, è pari alla mancata
retribuzione percepita. Chi viene assunto in ritardo, infatti, avrà diritto
a percepire tutte le somme che gli sarebbero state corrisposte se fosse stato
assunto tempestivamente e, dunque, alla ricostruzione della propria carriera.
Le problematiche legate alla tematica esposta
sono state molte volte affrontate dalla giurisprudenza.
Da ultimo, sul tema dei ritardi nelle assunzioni pubbliche
si è pronunciata anche la Corte di Cassazione a Sezioni Unite,
che – con una recentissima sentenza [1]
– ha confermato l’accoglimento di una domanda di
risarcimento presentata da un uomo nei confronti di
un’amministrazione comunale in ragione della sua tardiva
assunzione.
La vicenda
La decisione delle Sezioni Unite prende le
mosse dalle vicende di un uomo assunto con un ritardo di ben 17 anni rispetto
alla data prevista dalla procedura concorsuale.
Tutto aveva inizio nel
lontano 1989, quando un comune della
provincia di Cosenza aveva indetto un concorso pubblico per l’assunzione di un
autista di Scuolabus.
All’esito del concorso,
erano due i soggetti a collocarsi – a pari
merito – primi in graduatoria. L’amministrazione Comunale, tuttavia,
dichiarava vincitore solo uno di questi due soggetti, escludendo l’altro candidato.
Il candidato escluso,
però, proponeva ricorso al Tar al fine di sentir dichiarare l’illegittimità
della propria esclusione.
Ottenuta sentenza
favorevole, confermata dal Consiglio di Stato e poi passata in giudicato, l’uomo
chiedeva all’amministrazione comunale di essere – giustamente - assunto. La tanto
agognata assunzione, però, avveniva solo nel 2006 e quindi con 17 anni di ritardo rispetto alla data prevista
dalla procedura concorsuale.
Orbene, è evidente che
il candidato assunto con tale ritardo ha subito un ingente danno economico, in
quanto non ha potuto percepire le retribuzioni che gli sarebbero spettate se
fosse stato assunto tempestivamente.
Ciò posto, l’uomo ha
intrapreso un’altra causa (questa volta civile e non amministrativa) al fine di
ottenere il risarcimento del danno da
tardiva assunzione. Sia il Tribunale che, in seguito, la Corte d’Appello
hanno dato ragione all’uomo, condannando
l'amministrazione al pagamento di tutte le retribuzioni non percepite e
corrispondenti alla somma di oltre 176
mila euro.
Non rassegnata ad
esborsare tale ingente cifra, l’Amministrazione ha proposto ricorso in
Cassazione.
Ebbene, pronunciandosi
a Sezioni Unite, anche la Corte di Cassazione ha confermato la decisione,
chiarendo – ancor meglio – la questione.
Ritardo nelle pubbliche assunzioni e risarcimento
del danno
La ritardata
assunzione del vincitore di un concorso pubblico produce in capo a quest’ultimo
un danno patrimoniale che deve essere risarcito. Il danno subito è pari alle
retribuzioni che gli sarebbero spettate se fosse stato assunto tempestivamente.
In tali casi, quindi,
il dipendente avrà diritto all’integrale
ricostruzione della propria carriera, con decorrenza giuridica ed economica
a far data dal superamento del concorso.
Risarcimento del danno da ritardata assunzione: decide il
giudice civile o il giudice amministrativo?
La Corte di Cassazione
a Sezioni Unite si è dovuta pronunciare anche sul problema della giurisdizione.
Il Comune, infatti, aveva sollevato il c.d. difetto di giurisdizione,
sostenendo che – in tali ipotesi – la decisione spetta al giudice amministrativo
e non al giudice ordinario (e quindi al giudice civile).
Facendo richiamo alla
normativa di settore [2], tuttavia,
la Suprema Corte ha stabilito che in tema di risarcimento del danno da ritardo
nelle assunzioni pubbliche competente a decidere è il giudice civile.
Ed infatti, nei casi
analoghi a quello di specie, oggetto della controversia non è una situazione
giuridica nascente da un rapporto di impiego già in atto (di esclusiva
competenza del giudice amministrativo), ma si discute della mancanza di una sua
tempestiva costituzione e dei danni economici da ciò derivati.
In altri termini,
mentre la vicenda relativa all’illegittimità del provvedimento amministrativo
di esclusione della graduatoria era di competenza del giudice amministrativo,
chiusa quella vicenda, nella successiva causa risarcitoria l’oggetto della
controversia riguarda il risarcimento del danno patrimoniale per ritardata
assunzione che, in quanto tale, rientra nella giurisdizione
del giudice ordinario.
Ritardata assunzione
pubblica: in quanto si prescrive il diritto al risarcimento del danno?
Un'ulteriore questione
su cui si è pronunciata la Suprema Corte riguarda la prescrizione del
diritto del candidato ad ottenere il risarcimento del danno da ritardo nell'assunzione. Secondo il Comune, il termine in questione sarebbe quinquennale
con decorrenza dalla data dell’adozione degli atti amministrativi illegittimi e
quindi dalla pubblicazione della graduatoria illegittima (avvenuta – nel caso
di specie - nel 1989).
La Corte invece ha
rimarcato l’autonomia delle due cause, amministrativa per l’annullamento della
graduatoria e civile per il risarcimento del danno, affermando che per la
seconda il termine quinquennale di
prescrizione decorre dalla data della tardiva assunzione, in
quanto solo in tale momento il soggetto era stato posto in grado di conoscere
l’entità del danno subito.
Alla luce
di quanto detto, molte volte per l’Amministrazione potrebbe risultare più
costoso risarcire i danni da tardiva assunzione, che assumere tempestivamente i
vincitori di un concorso pubblico.
[1] C. Cass. Sez. Uni, sent. n. 8687 del
04.04.2017.
[2] Cfr. art. 69, comma 7, del d.lgs n. 165/2001.
Samperisi&Zarrelli Studio Legale
Produzione Riservata
Nessun commento:
Posta un commento