martedì 9 maggio 2017

Concorsi pubblici e danni da ritardo nell’assunzione


Il vincitore di un concorso pubblico che sia stato assunto tardivamente ha diritto ad un risarcimento del danno pari alle somme che avrebbe percepito se fosse stato assunto tempestivamente.

Chi vince un concorso pubblico deve necessariamente essere assunto.
Il vincitore di un concorso, infatti,  vanta un diritto all’assunzione, al quale corrisponde -  in capo al’Amministrazione - un vero e proprio obbligo di assumerlo.
Oltre che obbligatoria, l’assunzione del vincitore deve essere anche  tempestiva.
Ed infatti, chi vince un concorso pubblico non solo deve essere assunto, ma deve anche essere assunto entro un termine ragionevole.
Quanto detto potrebbe sembrare un’ovvietà, ma si tratta di un problema molto diffuso: non sono pochi i casi in cui i vincitori attendono molti anni prima di ottenere "il posto" che gli spetterebbe di diritto (si pensi  - per fare un esempio eclatante - al c.d. Concorsone di Roma Capitale) o, addirittura, non vengono mai assunti.
L’assunzione, invece, dovrebbe sempre avvenire entro termini ragionevoli e previamente determinati in base alle stesse procedure concorsuali.
Se l’Amministrazione non rispetta la predetta tempistica si produce, in capo al vincitore del concorso, un evidente danno. Danno che prende il nome di danno da ritardo nell’assunzione e che, in quanto tale, deve essere risarcito.
In altri termini, il vincitore di un concorso pubblico che non ottenga tempestivamente il posto dall’amministrazione, ha la facoltà di essere risarcito del danno per aver aspettato lungamente o, addirittura, inutilmente. 
Il risarcimento del danno, in questi casi, è pari alla mancata retribuzione percepita. Chi viene assunto in ritardo, infatti, avrà diritto a percepire tutte le somme che gli sarebbero state corrisposte se fosse stato assunto tempestivamente e, dunque, alla ricostruzione della propria carriera.
Le problematiche legate alla tematica esposta sono state molte volte affrontate dalla giurisprudenza.
Da ultimo, sul tema dei ritardi nelle assunzioni pubbliche si è pronunciata anche la Corte di Cassazione a Sezioni Unite, che – con una recentissima sentenza [1] – ha confermato l’accoglimento di una domanda di risarcimento presentata da un uomo nei confronti di un’amministrazione comunale in ragione della sua tardiva assunzione.

La vicenda
La decisione delle Sezioni Unite prende le mosse dalle vicende di un uomo assunto con un ritardo di ben 17 anni rispetto alla data prevista dalla procedura concorsuale.
Tutto aveva inizio nel lontano 1989, quando un comune della provincia di Cosenza aveva indetto un concorso pubblico per l’assunzione di un autista di Scuolabus.
All’esito del concorso, erano due i soggetti a collocarsi – a pari merito – primi in graduatoria. L’amministrazione Comunale, tuttavia, dichiarava vincitore solo uno di questi due soggetti, escludendo l’altro candidato.
Il candidato escluso, però, proponeva ricorso al Tar al fine di sentir dichiarare l’illegittimità della propria esclusione.
Ottenuta sentenza favorevole, confermata dal Consiglio di Stato e poi passata in giudicato, l’uomo chiedeva all’amministrazione comunale di essere – giustamente - assunto. La tanto agognata assunzione, però, avveniva solo nel 2006 e quindi con 17 anni di ritardo rispetto alla data prevista dalla procedura concorsuale.
Orbene, è evidente che il candidato assunto con tale ritardo ha subito un ingente danno economico, in quanto non ha potuto percepire le retribuzioni che gli sarebbero spettate se fosse stato assunto tempestivamente.
Ciò posto, l’uomo ha intrapreso un’altra causa (questa volta civile e non amministrativa) al fine di ottenere il risarcimento del danno da tardiva assunzione. Sia il Tribunale che, in seguito, la Corte d’Appello hanno dato ragione all’uomo,  condannando l'amministrazione al pagamento di tutte le retribuzioni non percepite e corrispondenti alla somma di oltre 176 mila euro.
Non rassegnata ad esborsare tale ingente cifra, l’Amministrazione ha proposto ricorso in Cassazione.
Ebbene, pronunciandosi a Sezioni Unite, anche la Corte di Cassazione ha confermato la decisione, chiarendo – ancor meglio – la questione.  

Ritardo nelle pubbliche assunzioni e risarcimento del danno

La ritardata assunzione del vincitore di un concorso pubblico produce in capo a quest’ultimo un danno patrimoniale che deve essere risarcito. Il danno subito è pari alle retribuzioni che gli sarebbero spettate se fosse stato assunto tempestivamente.
In tali casi, quindi, il dipendente avrà diritto all’integrale ricostruzione della propria carriera, con decorrenza giuridica ed economica a far data dal superamento del concorso.

Risarcimento del danno da ritardata assunzione: decide il giudice civile o il giudice amministrativo?

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite si è dovuta pronunciare anche sul problema della giurisdizione. Il Comune, infatti, aveva sollevato il c.d. difetto di giurisdizione, sostenendo che – in tali ipotesi – la decisione spetta al giudice amministrativo e non al giudice ordinario (e quindi al giudice civile).
Facendo richiamo alla normativa di settore [2], tuttavia, la Suprema Corte ha stabilito che in tema di risarcimento del danno da ritardo nelle assunzioni pubbliche competente a decidere è il giudice civile.
Ed infatti, nei casi analoghi a quello di specie, oggetto della controversia non è una situazione giuridica nascente da un rapporto di impiego già in atto (di esclusiva competenza del giudice amministrativo), ma si discute della mancanza di una sua tempestiva costituzione e dei danni economici da ciò derivati.
In altri termini, mentre la vicenda relativa all’illegittimità del provvedimento amministrativo di esclusione della graduatoria era di competenza del giudice amministrativo, chiusa quella vicenda, nella successiva causa risarcitoria l’oggetto della controversia riguarda il risarcimento del danno patrimoniale per ritardata assunzione che, in quanto tale, rientra nella giurisdizione del giudice ordinario.

Ritardata assunzione pubblica: in quanto si prescrive il diritto al risarcimento del danno?

Un'ulteriore questione su cui si è pronunciata la Suprema Corte riguarda la prescrizione del diritto del candidato ad ottenere il risarcimento del danno da ritardo nell'assunzione. Secondo il Comune, il termine in questione sarebbe quinquennale con decorrenza dalla data dell’adozione degli atti amministrativi illegittimi e quindi dalla pubblicazione della graduatoria illegittima (avvenuta – nel caso di specie - nel 1989).
La Corte invece ha rimarcato l’autonomia delle due cause, amministrativa per l’annullamento della graduatoria e civile per il risarcimento del danno, affermando che per la seconda il termine quinquennale di prescrizione decorre dalla data della tardiva assunzione, in quanto solo in tale momento il soggetto era stato posto in grado di conoscere l’entità del danno subito.

Alla luce di quanto detto, molte volte per l’Amministrazione potrebbe risultare più costoso risarcire i danni da tardiva assunzione, che assumere tempestivamente i vincitori di un concorso pubblico.


[1] C. Cass. Sez. Uni, sent. n. 8687 del 04.04.2017.


[2] Cfr. art. 69, comma 7, del d.lgs n. 165/2001.

Samperisi&Zarrelli Studio Legale
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