No alla dieta vegana per i minori degli anni 16 e
rischio carcere per i genitori.
Un noto filosofo [1] asseriva che «noi siamo quello che mangiamo». È vero, l’alimentazione è importante ed è alla
base di una vita sana.
Ad essere sicuramente malsani, invece, sono gli eccessi ideologici legati
alla dieta. Eccessi che talvolta diventano causa di problematiche e di disturbi
alimentari che sempre più spesso si manifestano sin dall’infanzia.
Proprio in questo contesto si inserisce una nuova proposta di legge firmata dalla
deputata Elvira Savino di Forza Italia, che mira ad introdurre
nuove ipotesi di reato per i genitori che impongono ai figli una dieta vegana o comunque ritenuta "pericolosa" per la loro
salute.
Secondo la deputata «da anni e, in modo
particolare, nell'ultimo decennio, si
è andata diffondendo in Italia la credenza che una dieta vegetariana, anche nella sua espressione più rigida della dieta vegana, apporti cospicui benefici
alla salute dell'individuo», di talché - afferma la Savino - «Molti decidono di seguire questo tipo di
alimentazione, priva di carne, di pesce e di alimenti di origine animale e loro
derivati, anche per motivazioni
religiose o etiche e per rispetto della vita degli animali.
Molti altri lo fanno soltanto per adeguarsi
a una moda».
Orbene, la scelta di questo stile alimentare è
sicuramente da rispettare se compiuta da un adulto consapevole e capace di
autodeterminarsi comprendendo le conseguenze delle proprie azioni. Il problema però potrebbe sorgere quando ad
essere coinvolti sono i minori ai quali verrebbe imposta –
secondo quanto afferma la deputata Savino - un'alimentazione che esclude
categoricamente e imprudentemente alimenti di origine animale e loro derivati
ed una dieta dunque troppo restrittiva e tale da comportare carenze nutrizionali anche gravi, che possono
ripercuotersi sullo sviluppo somatico e cognitivo del bambino.
Da qui una proposta di legge, destinata sicuramente a
far discutere, che è attualmente al vaglio della Camera.
Detta
proposta mira ad introdurre due nuovi articoli nel codice penale [2] al fine di
rendere punibile la condotta dei genitori che impongono ai figli minori degli anni 16 una dieta vegana o
comunque priva degli elementi essenziali per una crescita sana ed equilibrata.
Lo
strumento scelto a tal fine è stato quello di prevedere – come accennato - nuove ipotesi di reato (non applicando
quindi il già esistente reato di
maltrattamenti in famiglia [3]), di fronte a
comportamenti che – come si legge nella relazione alla proposta di legge - «pur
in assenza di una consapevole volontà di violare i doveri di mantenimento e di
cura dei figli che incombono a ogni genitore, comportano concreto pericolo di
nuocere all'equilibrata crescita del fanciullo».
Se la
legge entrasse in vigore, i trasgressori rischierebbero, nella "migliore
delle ipotesi", un anno di carcere
(due anni se il figlio ha meno di tre anni). Sono inoltre previste delle aggravanti. Ed infatti, se l’imposizione
di una "dieta incauta" diventa causa di una malattia o di una lesione
personale permanente la reclusione sarà di anni 4, sino a giungere a 6 anni
di carcere qualora ne derivi la morte
del bambino.
Senza
entrare nel merito della questione, la ratio
della proposta di legge è quella di proteggere la salute del minore nell'età dello sviluppo,
sanzionando una condotta che, sulla base di valutazioni mediche, potrebbe essere astrattamente idonea a metterne
in pericolo l'integrità.
Ed invero,
ognuno è libero di scegliere lo stile alimentare che ritiene più salutare o comunque
rispettoso di altri valori e principi. Detta scelta però deve essere consapevole
e non imposta a chi – in quanto minore – non sia in grado di autodeterminarsi o
di comprendere sino in fondo le conseguenze delle proprie azioni.
Studio Legale Samperisi&Zarrelli
Produzione riservata
[1] Ludwig Andreas Feuerbach (1804 – 1872).
[2] Artt. 572-bis e 572-ter
Cod. pen.
[3]
Art.
372 Cod. pen.
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