Risarcimenti
consistenti per medici e personale sanitario che hanno lavorato oltre i limiti
previsti dalla Direttiva UE.
Si
stima un risarcimento di circa 80.000,00 a medico e ondate di ricorsi per
mancato rispetto dell’orario massimo di lavoro e delle ore di riposo
giornaliere previste dalla Direttiva
2003/88.
La questione è semplice.
Il legislatore europeo, data la delicatezza della professione sanitaria, ha
introdotto un limite all’orario di
lavoro dei medici e del personale sanitario per evitare che l’eccessivo
affaticamento costituisse un pericolo per la salute e l’incolumità dei pazienti.
L’Italia nel 2003 ha dato
attuazione alla Direttiva con il Decreto legislativo n. 66, ma qualche anno
dopo, con la Legge Finanziaria del 2008 [1] il Governo ha fatto retrofront
prevedendo una deregolamentazione dell’orario di lavoro dei medici, equiparandolo a quello dei
dirigenti.
La conseguenza di tale
riforma è stata quella di costringere illegittimamente medici e sanitari
dipendenti delle Aziende Sanitarie Pubbliche a turni di lavoro prolungati e
massacranti, senza il rispetto degli orari di riposo previsti per gli altri lavoratori italiani ed europei.
La norma
europea stabilisce, infatti, per tutti i lavoratori un orario settimanale di massimo 48 ore – compresi gli straordinari –
ed un riposo giornaliero di 11 ore
consecutive. La anzidetta legge finanziaria e il D.L. n. 112/2008 [2]
hanno illegittimamente escluso l’applicabilità di tale disciplina ai medici
dipendenti del servizio sanitario nazionale.
L’Europa,
per tale violazione, ha ripreso e sanzionato più volte il nostro Paese, il
quale ha impiegato ben 6 anni [3] per
riorganizzare il lavoro dei medici dipendenti in conformità alla Direttiva
europea e alle norme nazionali previste per gli altri lavoratori dipendenti.
Sebbene
la ritardata regolarizzazione della situazione, resta il fatto che il personale
medico ha, nel corso degli anni, svolto una prestazione lavorativa non
correttamente retribuita, nonché è stato vittima della inesatta e/o tardiva
applicazione della Direttiva europea.
Per tale
ragione, i medici di tutto il territorio nazionale stanno per intraprendere
delle azioni giudiziarie nei confronti dello Stato italiano e/o dell’Ente Ospedaliero per vedersi risarcire
il danno derivante dalla illegittima privazione di una garanzia riconosciuta a
tutti i lavoratori europei oltre al rimborso delle ore di lavoro non retribuite.
[1] art. 3, comma 85, L. 24 dicembre 2007, n. 244.
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