mercoledì 2 agosto 2017

Viaggio in Inghilterra: cosa cambia dopo la Brexit  


Novità pratiche per coloro che intendono viaggiare nei paesi del Regno Unito a seguito della loro uscita dall’Unione Europea



Tutti conosciamo o abbiamo sentito parlare del referendum [1] con cui la Gran Bretagna ha decretato la sua intenzione di uscire dall’Unione Europea (da qui il termine Brexit). Tuttavia non sono poche le complicazioni generate da una simile operazione anche, e non solo, per chi intenda viaggiare in uno di quei paesi.

Molte, infatti, potrebbero essere le domande ed i dubbi di chi ha intenzione di recarsi in uno di questi paesi o sta organizzando un viaggio per trascorrervi l’estate.



Ad oggi il Regno Unito fa ancora parte dell’Unione Europea. Difatti, il Trattato di Lisbona [2] - sul funzionamento dell’Ue - prevede che lo Stato membro che intenda avvalersi del diritto di exit debba concludere con l’Ue un nuovo trattato (periodo di negoziazione).  

In concreto, infatti, i trattati cessano di essere applicabili al paese interessato a decorrere dalla data di entrata in vigore dell'accordo di recesso o due anni dopo la notifica del recesso.

Durante tale periodo, dunque, continueranno ad applicarsi le vigenti regole.



Ma in concreto cosà cambierà?

Al momento si può viaggiare in Inghilterra con la carta d’identità valida per l’espatrio o con il passaporto. Stesso discorso per la copertura sanitaria che resta inclusa nell’attuale tessera sanitaria nazionale.

Infatti, benché il Regno Unito, non faccia parte dell’area Schengen, i britannici hanno sempre consentito l’ingresso di viaggiatori muniti della sola carta d’identità.

Bisognerà, dunque, aspettare la negoziazione di questo nuovo trattato per capire se sarà o meno necessario dover chiedere un visto per poter viaggiare verso la Gran Bretagna.

In futuro, dunque, per potersi recare nel Regno Unito, sarà necessario munirsi di passaporto con relativi visti e, per essere coperti da polizza sanitaria, occorrerà stipulare un’assicurazione sanitaria di viaggio (più o meno come quando si hanno come destinazione gli Stati Uniti d’America).



 Uk e Ue, al contrario, potrebbero anche decidere di non richiedere visti turistici. Staremo a vedere.



Diversamente occorre evidenziare come sul piano della telefonia mobile, le cose sono già cambiate. Per motivi diversi dalla Brexit, chi oggi si trova a soggiornare in Gran Bretagna può effettuare chiamate verso l’Italia non dovendosi più preoccupare di tariffe o maggiorazioni dei costi.

In passato, infatti, si applicavano le regole sul roaming in vigore con i relativi costi.

A partire dal 15 giugno 2017, invece, l’applicazione del cosiddetto Roam Like At Home (Rlah) dà diritto ad ogni cittadino europeo di spostarsi nei paesi dell’Unione usufruendo degli stessi servizi (voce, sms, dati) e della stessa tariffa prevista dal proprio operatore nazionale.



Per quanto riguarda, invece, il prelievo dai bancomat e i pagamenti con la carta di credito, tali operazioni non subiranno cambiamenti. Mentre per quanto riguarda il cambio, al momento la Brexit ha determinato una svalutazione della sterlina e dunque il momento ideale per il cambio euro-sterlina e ciò rappresenta certamente un vantaggio per i turisti che utilizzano l’euro.



[1] del 23.06.2016 concluso con un voto favorevole all’uscita dall’Ue del 51,9%;
[2] art. 50 del Trattato di Lisbona, ufficialmente “Trattato di Lisbona che modifica il trattato sull'Unione europea e il Trattato che istituisce la Comunità europea”, stipulato e ratificato a Lisbona il 13.12.2007.
A cura di David Valente
Samperisi & Zarrelli Studio Legale
Produzione Riservata

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