Purtroppo, come spesso si apprende dalla realtà, il momento maggiormente critico della cointestazione di un conto corrente è senza dubbio rappresentato dalla morte di uno dei cointestatari.
In via generale in caso di conti
correnti cointestati si presume che la metà appartenga al de cuius e la
restante metà al cointestatario.
Quindi, in caso di conto in
attivo, la quota che cade in successione è pari alla metà del saldo al momento
della morte.
Ciò avviene quando il conto corrente ha un saldo attivo. Diverso è il caso in cui il conto sia "in rosso": infatti il debito nei confronti della banca costituisce una passività.
Ciò avviene quando il conto corrente ha un saldo attivo. Diverso è il caso in cui il conto sia "in rosso": infatti il debito nei confronti della banca costituisce una passività.
Ora, poniamo il caso - assai frequente nella pratica - in cui alla morte di un cointestatario, il contitolare superstite sia allo stesso tempo suo erede. La fonte dell'obbligazione di pagamento in tale ipotesi è duplice: da un lato la qualità di cointestatario e dall'altra quella di erede.
Tuttavia, se la seconda fonte di
obbligazione può essere superata mediante la rinuncia all’eredità, la prima non
può essere eliminata. Infatti, l’art. 1854 c.c. stabilisce che nel caso in cui
il conto corrente sia intestato a più persone, con facoltà per le medesime
di compiere operazioni, attive e passive, anche disgiuntamente, i cointestatari
sono considerati creditori o debitori in solido del saldo del conto.
In sostanza la cointestazione
del conto ha l’effetto di porre ciascun intestatario, nei confronti della
banca, nella posizione di creditore o
debitore in solido del saldo del conto corrente. In caso di conto corrente
cointestato, dunque, opera il regime della solidarietà sia passiva che attiva. Ciò vuol dire che l’operazione posta in essere da uno solo
degli intestatari vincola anche gli altri. Tale principio, confermato dalla Cassazione [1] opera in quanto
in un conto cointestato, ogni atto di disposizione del singolo si presume effettuato con il consenso
degli altri intestatari. Infatti,
così come il contitolare ha diritto di chiedere, anche dopo la morte
dell’altro, l’adempimento dell’intero saldo del conto, allo stesso modo la
banca può chiedere per intero il pagamento delle passività.
Ne deriva che ogni contitolare
è solidalmente responsabile nei confronti della banca per il saldo passivo del
conto corrente.
Alla luce di quanto esposto, ne consegue che l'intestatario superstite del
conto corrente sarà chiamato al pagamento della passività anche in caso di rinuncia all’eredità, salva la possibilità di esigere la metà di quanto effettivamente pagato dagli altri eredi.
A cura di David Valente
Samperisi&Zarrelli Studio Legale
Produzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento