Per
i primi tre giorni di malattia non servirà più il certificato medico: basterà
l’autocertificazione del lavoratore stesso
In
caso di malattia il dipendente potrà
autocertificare il proprio stato di
salute, giustificando – senza la necessità di un certificato medico - i primi tre giorni di assenza da lavoro. È quanto
prevede il disegno di legge presentato
da Maurizio Romani, Vicepresidente
della Commissione Igiene e Sanità, con il sostegno della Federazione degli
Ordini dei Medici. Se
il disegno di legge verrà approvato, per i primi tre giorni di assenza dal
lavoro per malattia non sarà più necessario il certificato medico. Sarà,
infatti, il lavoratore stesso a
poter autocertificare, sotto la
propria responsabilità, il proprio stato di salute.
Ecco, in sostanza, cosa cambia.
Secondo le norme vigenti per potersi
legittimamente assentare il dipendente deve prima di tutto dare comunicazione
al datore di lavoro del proprio stato di malattia. Il lavoratore dovrà,
poi, recarsi dal proprio medico curante che dovrà verificare e certificare clinicamente la sussistenza
della malattia.
Detta certificazione deve attestare
lo stato di salute del dipendente sulla base di sintomi clinicamente non obiettivabili: il
documento, in sostanza, deve indicare con precisione di quale patologia si
tratta e per quanti giorni il lavoratore dovrà assentarsi.
Tuttavia, ci sono disturbi -
come lievi gastroenteriti o mal di testa - la cui diagnosi non sempre può essere
fondata sulla base di dati clinici constatati direttamente ovvero
oggettivamente documentati. Il medico, in questi casi,
deve limitarsi - all'interno del rapporto di fiducia che lo lega al paziente -
a prendere atto di quanto lamentato dal dipendente. Tutto ciò, però, espone il
sanitario a responsabilità che non sono di poco conto: in caso di violazioni, infatti, la
legge prevede forti sanzioni sia per il lavoratore che per il medico, con multe da
400 a 1.600 euro e carcere da uno a cinque anni.
Di qui la necessità di una
riforma volta sia a sollevare il medico da eventuali responsabilità (per
erronee o false attestazioni) che a consentire al dipendente di far valere, in
piena autonomia, il proprio diritto ad assentarsi anche per lievi e non
clinicamente accertabili patologie.
Il disegno di legge, infatti,
introduce la possibilità, in presenza di un disturbo invalidante ma passeggero,
che sia il lavoratore stesso, sotto la propria esclusiva responsabilità, a
comunicarlo sia al datore di lavoro che al medico. Quest’ultimo, dunque, farà
semplicemente da tramite per la trasmissione telematica dell'autodichiarazione del dipendente all'Inps e al datore di lavoro. L’autocertificazione servirà per
"coprire" i primi tre giorni di malattia del dipendente, che
auto-giusticandosi si assume la responsabilità della propria attestazione.
Detta riforma - come
facilmente intuibile - è sostenuta da gran parte del mondo medico, ma è vista
con sospetto da quanti temono che possa rivelarsi tale da alimentare un
ingiustificato assenteismo ed una
sorta di legittimazione per i "soliti furbetti".
Samperisi&Zarrelli Studio Legale
Produzione Riservata
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