Scompaiono definitivamente gli Ospedali
Psichiatrici Giudiziari (OPG), sostituiti dalle Residenze per l’esecuzione
delle misure di sicurezza (Rems)
Si è finalmente concluso il lungo cammino
che ha condotto alla chiusura definitiva, in tutto il territorio nazionale,
degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari
(OPG) e meglio noti come manicomi criminali.
Ciò è quanto dichiarato dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin
ieri (20.02.2017), definendo detta data come una «giornata storica, perché siamo arrivati al raggiungimento di
questo fondamentale obiettivo che è
il superamento definitivo di queste strutture, ormai realizzato in tutta Italia».
I manicomi
(detti anche frenocomi) furono
istituiti, in Italia, a partire dal XV secolo.
Da allora, la nostra nazione ha fatto
enormi passi in avanti, dimostrandosi il Paese occidentale "più
evoluto" sul tema.
Ma procediamo con ordine.
In realtà, si può dire che dal Medio Evo
agli anni ’70 nulla era cambiato.
Originariamente, infatti, i manicomi erano
strutture nelle quali venivano confinati i c.d. "malati di mente" o,
in gergo più spicciolo, i c.d. "matti da legare", onde evitare
che gli stessi – attesa la pericolosità sociale ed altre patologie mentali
diagnosticate – potessero commettere efferati
crimini (il più delle volte sanguinari omicidi).
Detti "pazienti" (che però non
venivano trattati in quanto tali, ma più come persone abiette) erano costretti
a restare in manicomio fino al momento della loro guarigione (evento che
raramente si verificava) in condizioni
degradanti e tali da "annullare" totalmente la personalità di
soggetti già di per sé molto problematici. Erano costretti a subire cure (se così possono definirsi) spesso
anche sperimentali, che più che terapeutiche
si rivelavano soltanto palliative e volte (più che altro) a sedare "i
bollenti spiriti" di soggetti che – fondamentalmente – incutevano paura alla società e, talvolta, anche
agli stessi medici.
Negli anni ’70 emersero scottanti verità e si scoprì che troppo
spesso (e soprattutto ingiustamente) i pazienti coattivamente ricoverati in manicomio erano sottoposti a pratiche violente ed a terribili vessazioni, di talché più che
ad una guarigione, detti soggetti erano "condannati" ad un inesorabile peggioramento, che vedeva
la sua fine solo con la loro morte.
Nel 1978,
la situazione cambiò [1] e si
riconobbe il diritto di questi malati a trattamenti più umani e a godere di
una "più adeguata" qualità della vita.
Alla fine degli anni ’70, quindi, i
manicomi criminali furono sostituiti dagli OPG,
ovvero gli Ospedali Psichiatrici
Giudiziari.
Tuttavia e nonostante il mutamento del nome giuridico (da Manicomio ad Ospedale Psichiatrico Giudiziario), nel 2011 –
grazie ad un’inchiesta parlamentare – si scoprì che molto spesso i trattamenti
riservati a questi pazienti continuavano ad essere inumani e degradanti.
Tutto ciò provocò l’indignazione dell’allora
Presidente della Repubblica (Giorgio
Napolitano), il quale "riprese la battaglia" contro detti istituti
per determinarne la definitiva eliminazione.
A tal fine, si susseguirono una serie di
disposizioni normative [2] che,
passo dopo passo, hanno portato alla totale chiusura di dette strutture.
Questo cammino può dirsi – ad oggi –
definitivamente concluso.
Può ritenersi, infatti, finalmente realizzato -
in tutto il territorio nazionale - il superamento di queste strutture. Attualmente
– come ha precisato il Ministro della salute Beatrice Lorenzin – restano soltanto
cinque pazienti ricoverati nell’ultimo OPG ancora esistente (che è quello di
Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia), che saranno presto trasferiti in diverse
strutture.
Ed infatti, al posto degli OPG, a
funzionare ora saranno le Rems,
ovvero le Residenze per l’esecuzione
delle misure di sicurezza, caratterizzate da una struttura architettonica diversa ed al cui interno non dovranno
essere presenti strumenti di contenzione
meccanica e di vessazione corporale o psicologica.
Le Rems attualmente operative sono trenta
(e ben presto saranno trentadue). Queste strutture hanno iniziato a funzionare
in coordinamento con i Dsm (Dipartimenti
di salute mentale) due anni fa e ad oggi si sono mostrate efficaci.
Dall’aprile 2015, infatti, sono stati registrati 950 ingressi e 415 dimissioni.
Ciò vuol dire che, a differenza di quanto avveniva in passato, non solo c’è
possibilità di guarigione per questi soggetti, ma addirittura di graduale reinserimento
sociale.
Si tratta di un grande passo in avanti per
l’umanità, in un percorso – ancora lungo - che riguarda la salute mentale.
[1]
grazie
alla legge n. 180/1978, meglio conosciuta con il nome del suo promotore, lo
psichiatra Franco Basaglia.
[2]
Il
decreto legge n. 211 del 22.12.2011, convertito nella legge n. 9 del
17.02.2012, aveva disposto, entro i l 31.03.2013, la chiusura degli OPG
(Ospedali Psichiatrici Giudiziari) per la data del 31.03.2013. Il decreto legge
n. 24 del 25.03.2013 ha poi prorogato detta chiusura alla data del 01.04.2014.
Termine, poi, ancora una volta prorogato (definitivamente) al 31.03.2015. Al
momento della chiusura, tuttavia, esistevano in Italia ancora sei OPG (per un
totale di 1500 pazienti), ad oggi definitivamente chiusi e sostituiti dalle
c.d. Rems, ovvero Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza.
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